Ben 11 giorni di assenza, sarà dura portare la giustificazione oggi.
In realtà non ci sono stati solo gli impegni di lavoro, in questi giorni c'è stata anche la voglia di staccare un pò, ogni tanto succede...l'importante è tornare più carichi di prima.
Nessuna occasione migliore del reportage della cena letteraria!
Ho ricevuto tantissime mail e messaggi di complimenti e ringraziamenti, sappiate che l'unica a dover ringraziare sono io, è stata una serata MAGICA!!!
Grazie a tutti, in particolar modo grazie alla magnifica Alessandra di Living 24 che ospita sempre volentieri iniziative come queste e che, come me, crede che la passione sia il motore della vita e la bellezza del mondo!
Grazie a Valentina Vettor, un'attrice ed una donna davvero fantastica, tra me e Valentina è scoppiato l'amore, è bastato guardarci negli occhi per capire cosa volevamo ed ascoltarci per emozionarci, non è stato necessario dire molte parole, abbiamo capito fin da subito che il battito del nostro cuore percorre lo stesso binario e che si, si può, si può fare qualcosa di bello, di sano, di pulito, di vero!
Il 28 Gennaio tante donne hanno dimostrato che con passione ed un pizzico di fatica si può creare la magia e...non solo le donne...grazie anche a Nevio ideatore assieme a me, di questo strepitoso progetto!
Alla prossima cena letteraria!
Erano le 19.40 quando i primi invitati hanno varcato la soglia di Living 24, tutto era pronto, i tavoli apparecchiati, le candele accese, i crostini e l'aperitivo attendevano solamente curiose e golose bocche.
Nella sala principale avevamo allestito delle tende sulle quali il vero protagonista, il cibo, si esprimeva in tutte le forme più profonde, famose ed ironiche del cinema. Ameliè, il postino e tante altre celebri colonne sonore contribuivano a creare l'atmosfera ed alimentare la curiosità.
Gli invitati si siedono a tavola e Valentina rompe il ghiaccio recitando una bellissima ed intensa poesia di Neruda che si chiama Ode al Vino, tutti rimangono a bocca aperta, travolti da quelle parole. A quel punto Alessandra e le sue bravissime aiutanti servono agli ospiti un ottimo rosso, il Sedarà della cantina Donnafugata ed un bianco sempre della stessa cantina, il Lighea.
L'idea era quella di ricreare il più possibile, con la sollecitazione di tutti i sensi, le atmosfere dei film e dei libri, ovvero di tutte quelle situazioni in cui il cibo non ha il ruolo di semplice comparsa, ma è un elemento funzionale al racconto.
Così ascoltando determinate musiche, sentendo gli odori narrati, vivendo quelle emozioni e assaporando quegli stessi cibi avremmo potuto essere, almeno per un attimo, i protagonisti delle più belle pagine della letteratura e del cinema.
Arriva il momento dell'antipasto, sulle candide tende appaiono le immagini del film Un tocco di zenzero di Tassos Boulmetis e gli ospiti, dopo aver visto alcune immagini del film relative al piatto scelto, possono assaporare le polpette allo zenzero con la salsa tzatziki che il vecchio Vassilis proprietario di un negozio di spezie consiglia a Dorotea, sua cliente affezionata.
Vassilis dopo aver regalato la ricetta delle polpette a Dorotea, fa una lezione di gastronomia al nipote Fanis utilizzando le spezie, così noi, regaliamo agli ospiti cannella, sale, pepe nero e paprika, proprio come nel film in modo che tutti possano toccare, annusare, sognare....
Valentina irrompe nella sala con fare maschile e deciso introduce il primo piatto, gli anelletti alla siciliana tratti da Il cane di terracotta di Andrea Camilleri, l'accento è perfetto, la sala in silenzio, pare proprio di essere in Sicilia, alle prese con il solito delitto di Mafia...sullo sfondo scorrono le immagini dei quadri di Guttuso e le note delle tipiche ballete sicule.
Arriva il momento passionale, il secondo.
Risuona un'intesa milonga, sullo sfondo un uomo ed una donna ballano il tango, avviene la metamorfosi e Valentina da abile investigatrice meridionale assume le sembianze di Tita.
Pedro e Tita sono travolti da un sentimento più grande di loro fin dal loro primo incontro. Ma, a causa di un'assurda tradizione familiare, per Tita il matrimonio è impossibile: ma per umana volontà e grazie alla complicità del destino, i due si ritroveranno a vivere sotto lo stesso tetto come cognati, costretti loro malgrado alla castità, ma comunque legati da una sensualità che chiamare incandescente è dir poco. Tita, costretta a divenire, in quanto ultimogenita, colei che si occuperà della madre, viene allevata in cucina e diviene una grande cuoca e depositaria delle tradizioni culinarie della famiglia.
Tutto questo è Dolce Come il Cioccolato un libro di Laura Esquivel , il tacchino con la salsa mole ed il profumo dei pinoloi tostati sui tavoli hanno sicuramente contribuito a rievocare i sapori del messico e la passione di questo amore che nelle intriganti pagine del libro si esprime grazie alle pietanza cucinate da Tita.
Scorrono a ripetizione immagini di torte, zucchero, cioccolato, miele, caramelle...è arrivato il momento del dessert!
Valentina recita un pezzo esilarante tratto da Afrodita di Isabel Allende , a mio avviso il momento più bello della serata, lei eccezionale nel suo essere combattuta tra il voler mantenere la linea ed il desiderio viscerale di assaporare il dessert. Divertente, ironica, fantastica!
Abbiamo servito dei bicchierini di pan di spagna bagnato all'arancia e rum con salsa al cioccolato bianco ed amaretti.
Scorrono i titoli di coda, cala il sipario tutto sembra finito, le persone stanno per alzarsi quando......lo schermo si riaccende e scorrono lente le immagini del film Chocolat di Lasse Hallström, tutti i frammenti nei quali la meravigliosa Vianne ruotando un piatto chiede alla persona che ha davanti cosa vede ed in base alla riposta dona un particolare cioccolatino.
Gli ospiti rimangono straniti, forse le sorprese non sono ancora finite.
Chiedo loro di dirmi cosa vedono e mi avvicino ad ogni commensale con una scatola piena di spezie colorate...
"Cosa vede?" Quante immagini, quante emozioni, quante belle cose vedono le persone... Per ognuno di loro una piccola scatolina con un cioccolatino personalizzato, per poter portare a casa il ricordo di una serata spero speciale!
Complimenti! Queste cene letterarie sono una bellissima idea! E, a giudicare dal resoconto, organizzate benisssssssimo!
RispondiEliminaChe splendida iniziativa!!! complimenti :)
RispondiEliminaciao Lisa, ti scopro per caso grazie al link su facebook di Blog di cucina.. la tua iniziativa mi sembra bellissima! Anch'io vedo il cibo come uno strumento per rappresentare e amplificare le nostre sensazioni, o per distoglierci dai cattivi pensieri e vivere nuove emozioni: ha la stessa capacità dell'arte. Pensa che tutto il mio blog si fonda sul binomio tra cibo e cinema: abbino infatti film a ricette e viceversa. Spero che mi verrai a trovare, intanto ora che ti ho scoperta io ti seguirò molto volentieri.
RispondiEliminaE mai dovessi capitare a Treviso (tra l'altro i miei nonni erano di quelle parti) spero di partecipare a una di queste meravigliose cene letterarie :)
a presto